I vertici della SS Lazio sarebbero “furiosi” con i dirigenti della Serie A in seguito a una decisione controversa di vietare tutte le telecamere negli spogliatoi delle squadre, una mossa che ha di fatto fatto deragliare il tanto atteso progetto del documentario Netflix del club romano.
La decisione, annunciata la settimana scorsa dall’organo di governo della Serie A, vieta qualsiasi ripresa dietro le quinte negli spogliatoi prima, durante o dopo le partite, citando preoccupazioni legate alla privacy e la necessità di preservare la sacralità degli spazi riservati ai giocatori. Ma per la Lazio, questo provvedimento è stato un fulmine a ciel sereno—soprattutto considerando che il club aveva già firmato un accordo molto redditizio con Netflix per produrre una serie documentaristica di alto profilo sulla stagione 2024/25.
“È un enorme passo indietro,” ha dichiarato un dirigente della Lazio al Corriere dello Sport, parlando sotto anonimato. “Ci era stata promessa la collaborazione della Lega all’inizio di questo progetto. Ora, ci hanno tolto il terreno da sotto i piedi.”
La serie Netflix, la cui uscita era inizialmente prevista per il 30 aprile 2025, era già stata rimandata per alcune ragioni e adesso è praticamente come se il documentario non ci fosse più. Il progetto, che avrebbe offerto ai tifosi un accesso senza precedenti ai momenti di tensione negli spogliatoi della Lazio, alle sedute di allenamento e ai discorsi tattici, era già in fase avanzata di produzione. Diverse ore di filmati esclusivi sarebbero già state registrate nei primi mesi della stagione, con Netflix intenzionata a replicare il successo della docuserie sportiva “All or Nothing” di Amazon. Ora, i produttori stanno correndo ai ripari per riformulare il progetto, privo di quello che avevano definito il “cuore emotivo” del racconto: i momenti crudi vissuti dentro lo spogliatoio.
Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, sarebbe furibondo e starebbe valutando opzioni legali. Fonti vicine al club sostengono che egli ritenga la tempistica del divieto “deliberatamente ostruzionistica”, e che in passato ad altri club sia stato concesso lo stesso tipo di accesso senza alcun problema.
“Non c’è una spiegazione logica per questo cambiamento improvviso,” ha detto una fonte del reparto comunicazione della Lazio. “I giocatori avevano dato il loro consenso. Gli allenatori erano favorevoli. Netflix stava investendo milioni. Allora, perché ora?”
Mentre i dirigenti della Serie A hanno difeso il divieto parlando di privacy, sicurezza e integrità delle squadre, i critici ritengono che dietro ci sia dell’altro. Alcuni suggeriscono che i vertici della Lega siano a disagio con i club che stringono accordi autonomi con piattaforme di streaming globali, temendo una perdita di controllo sulle narrazioni che potrebbero mettere in luce conflitti interni, cattive decisioni gestionali o malcontenti tra i giocatori.
L’ex centrocampista della Lazio e attuale opinionista televisivo Stefano Mauri è intervenuto sulla questione durante una trasmissione recente, dichiarando: “Questa è burocrazia al suo peggio. Perché i tifosi non dovrebbero vedere cosa succede realmente? Anzi, mostra il lato umano del calcio. Questi documentari avvicinano i club ai loro sostenitori.”
Anche i tifosi hanno reagito con forza sui social media. L’hashtag #FreeLazioDoc è diventato virale in Italia durante il weekend, con i sostenitori che chiedono alla Serie A di revocare la decisione e permettere che il documentario prosegua come previsto. Molti credono che il divieto sia un tentativo deliberato di soffocare l’influenza mediatica crescente della Lazio e il suo richiamo internazionale.
Al momento, Netflix ha sospeso tutta la produzione legata alle riprese negli spogliatoi, anche se non ha ancora abbandonato completamente il progetto. “Siamo in contatto con tutte le parti coinvolte e restiamo impegnati a raccontare la storia della Lazio,” ha dichiarato un portavoce di Netflix.
Tuttavia, il danno potrebbe ormai essere fatto. Per la Lazio, non si trattava solo di un’impresa mediatica—ma di un’occasione per mostrare al mondo il dietro le quinte di uno dei club più storici e appassionati d’Italia.
“Ci sentiamo derubati,” ha detto un tifoso della Lazio fuori dallo Stadio Olimpico. “Gli altri club ricevono tutta l’attenzione. Finalmente toccava a noi, e la Lega ci blocca. Non è giusto.”
Con la tensione in aumento, tutti gli occhi sono ora puntati sui dirigenti della Serie A per vedere se attenueranno la loro posizione—oppure rischieranno di alienare ulteriormente una delle istituzioni calcistiche più vocali e storiche d’Italia.
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